Sarà una gara al massimo ribasso a decidere chi sarà il nuovo gestore del Centro di identificazione ed espulsione di via Corelli a Milano per i prossimi tre anni. Il nuovo bando, pubblicato sul sito del ministero dell’Interno e su quello della Prefettura, stabilisce che l’appalto sarà affidato selezionando “la migliore offerta con il criterio del prezzo più basso (…) con riferimento al prezzo posto a base d’asta di 30 euro” al giorno e per persona. Un deciso livellamento verso il basso dei costi di gestione della struttura che, attualmente oscillano attorno ai 50-60 euro al giorno per persona. “Un appalto che non sta in piedi – commenta Ilaria Scovazzi, responsabile immigrazione di Arci Milano -. Il rischio è che, a queste cifre, ai migranti non vengano garantiti servizi essenziali”.
Il capitolato d’appalto, infatti, è particolarmente dettagliato. Oltre al personale necessario per gestire le attività quotidiane del centro (tre operatori ogni 50 ospiti in orario diurno, via Corelli ha una capienza di 132 posti, ndr) all’interno del Cie devono essere presenti altri servizi. Ad esempio la mediazione linguistica e culturale (per un minimo di 78 ore settimanali), un servizio di consulenza che dia informazioni sulla normativa che regola l’immigrazione (per 54 ore settimanali) e attività di sostegno psico-sociale (24 ore settimanali). Servizi che – precisa il capitolato – devono essere garantiti da personale qualificato.
Inoltre, all’interno della struttura, deve essere garantita assistenza sanitaria con uno screening medico al momento dell’accesso e la gestione di un punto di primo soccorso sanitario con la presenza di un infermiere 24 ore su 24 e quella di un medico per otto ore al giorno, sei giorni la settimana. Costi cui, ovviamente, si devono sommare quelli per il vitto, le pulizie, la distribuzione dei kit d’ingresso, del vestiario e dei prodotti per l’igiene personale. Il tutto con una spesa massima di trenta euro al giorno per persone.
La scadenza per la presentazione delle domande è fissata per venerdì 31 maggio, ma al momento non sono ancora state presentate candidature. Nemmeno la Croce Rossa, che da diversi anni gestisce il Cie di via Corelli, si è fatta avanti: “Non abbiamo ancora deciso – spiega il presidente provinciale Antonio Arosio -. La decisione verrà presa assieme al Comitato Centrale, ma le perplessità non sono solo di ordine economico”.
Il rischio è che con un budget così ridotto sia impossibile far quadrare i conti, rendendo ancora più difficili le condizioni di vita dei migranti “ospiti” all’interno della struttura. Un fenomeno generalizzato, dal momento che dal 2012 tutte le gare d’appalto indette dalle Prefetture per la gestione dei centri per migranti sono a ribasso e con una base d’asta di 30 euro pro die e per persona. Con gravi conseguenze sulla gestione delle strutture, come evidenzia l’ultimo rapporto del Medu (Medici per i diritti umani). Nei Cie di Modena, Bologna, Crotone e Trapani, dove le nuove convenzioni sono già operative “è stato riscontrato un livello di servizi assolutamente non sufficiente e, nel caso di Bologna e Trapani, addirittura una grave carenza nella fornitura di beni di prima necessità”, si legge nel rapporto. Una situazione che, assieme al prolungamento dei tempi massimi di trattenimento fino a 18 mesi, rende ancora più difficile il rapporto quotidiano dei trattenuti con gli operatori degli enti gestori.
Mettendo a rischio anche i diritti di chi, all’interno di queste strutture, ci lavora. Come sta avvenendo al Cie di Modena, gestito dal consorzio “Oasi” di Siracusa dal 1° luglio 2012, con una convenzione da 29 euro al giorno per persona. Fatta eccezione per il primo stipendio, tutte le altre mensilità sono arrivate in ritardo e solo a seguito di scioperi e proteste da parte del personale. A fine marzo (e a seguito dell’intervento della Prefettura che ha pagato direttamente ai lavoratori ben quattro mensilità arretrate) la situazione sembrava essere tornata alla normalità. Ma qualcosa deve essersi inceppato nuovamente nella macchina del Cie se i dipendenti del consorzio sono nuovamente sul piede di guerra: stanno ancora aspettando lo stipendio di marzo e quello di aprile.
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