dalla gazzetta di modena:
Misericordia, un deficit milionario
Nell’ultimo triennio mancano all’appello non meno di 600 mila euro che si aggiungono agli 800 mila già consolidati
Se non fosse una tragedia sarebbe una farsa. Ma l’apocalisse finanziaria che si è abbattuta sulla Misericordia di Modena non permette i sorrisi, neppure quelli di circostanza.
In poche ore presidente e consiglio direttivo sono venuti a conoscenza di un buco finanziario nei bilanci dell’associazione di volontariato che prudentemente viene stimato tra uno e due milioni. I mancati versamenti all’Inps e all’Inail, oltre che ai fornitori, hanno fatto esplodere il deficit. Che si aggiunge all’altro già messo in conto sino a poche settimane fa attorno ai 600-800 mila euro, che era stato rinegoziato con le banche e rateizzato.
«Pensavamo che quello fosse tutto il deficit che avevamo alle spalle – spiega Daniele Giovanardi – Dopo una lunga trattativa avevamo sottoscritto un accordo ragionevole con Bper in cui sono intervenuto mettendoci soldi di tasca mia, per garantire il buon funzionamento della Misericordia di Modena e quel patrimonio di credibilità e affidabilità che è poi il nostro capitale sociale, quello che fa arrivare i 70 volontari che garantiscono i servizi di accompagnamento, l’emergenza con il 118 e tutto il resto. Ed è anche quello che permette di far funzionare una macchina di soccorsi e assistenza sociale imponente. Poi, all’improvviso, mi sono ritrovato prigioniero a vita».
Col suo carattere diplomaticamente brusco, Daniele Giovanardi non si è mai lasciato andare al vittimismo per le questioni personali. Per anni, da responsabile del Pronto Soccorso del Policlinico, ha denunciato insufficienze e sprechi e non si mai tirato indietro anche in caso di polemiche con i dirigenti Ausl. Per questo fa impressione ascoltare il bilancio di un disastro: lucido, senza illusioni. E senza sconti per la direttrice della Misericordia, Anna Maria Lombardo, in quel ruolo per molti anni anche dei Cie di Bologna e Modena, la dirigente che da sempre ha avuto in mano i rapporti con le istituzioni e il monopolio dei conti e dei finanziamenti in entrata e in uscita.
«Per parecchi anni – spiega Giovanardi – abbiamo dovuto fare i conti con i ritardati pagamenti dello Stato per i servizi erogati nei Centri per Stranieri, dove venivano trattenuti i clandestini. Così, anno dopo anno, visto che dipendenti e fornitori dovevano essere pagati regolarmente, noi facevamo i mutui in banca per pagarli, sicuri che alla fine lo Stato avrebbe pagato per i servizi ricevuti nella gestione dei Cie».
E invece?
«I funzionari al vertice della Prefettura di Bologna hanno continuato a garantire solo a voce i pagamenti ma allo stesso tempo ci chiedevano di non interrompere la gestione per far fronte all’emergenza. Al tempo stesso venivano ridotti gli stranieri ospitati nella struttura che passavano da 90 a 60. Alla fine, per effetto delle minori entrate e di pagamenti promessi ma mai arrivati, abbiamo accumulato altro deficit. E poi c’è stata la mazzata».
Il colpo finale è arrivato con una raccomandata dell’Inps, poche settimane fa. Nero su bianco c’erano le cifre dei mancati versamenti dell’ultimo triennio, divisi diligentemente anno per anno. Giusto il tempo di fare un controllo con l’avvocato e Giovanardi scopre che, essendo il legale rappresentante della Misericordia, deve risponderne anche penalmente perché i mancati versamenti oltre i 50 mila euro implicano una denuncia penale. Quanto possa pesare un eventuale saldo non è dato saperlo. Un altro rebus, come l’entità del debito.