Attraversando il confine – Corteo contro le frontiere.

Attraversando il confine – Corteo contro le frontiere. En traversant la frontiere – Manifestation contre les frontieres

Fonte: Chez Jesus – Rifugio Autogestito

Attraversando il confine – Corteo contro le frontiere

Ieri 22 aprile 300 persone sono partite da Claviere, per attraversare il confine con la Francia. Dopo una mattinata di incontro su “Alpi, frontiere e resistenze” e un pranzo condiviso fuori dal Rifugio Autogestito Chez Jesus, ci siamo organizzati tra solidali e migranti, insieme, contro la frontiera.

Abbiamo camminato uniti sulla strada che da Claviere porta a Briançon, per rispondere alla militarizzazione che negli ultimi giorni ha visto bloccare completamente la frontiera, ma anche per dare una risposta al presidio dei neofascisti di “génération idéntitaire” al Colle della Scala. Se militari e fascisti vogliono bloccare le frontiere, noi continueremo a lottare affinché queste vengano abbattute.

In questa ultima settimana, con la fine della stagione turistica, la frontiera italo-francese del Monginevro ha lasciato la sua immagine di località sciistica per diventare meta di decine di militari qui per allenarsi alla guerra facendo la caccia ai migranti.

In queste notti ci sono stati veri e propri agguati dei militari e gendarmi nei boschi, e i tanti respingimenti hanno fatto sì che il rifugio autogestito Chez Jesus vedesse decine di persone bloccate qui in frontiera senza riuscire a passare.

Questo, insieme alla presenza neofascista al Colle della Scala, ci ha spinto a scegliere di rompere, in tanti, quel dispositivo che tenta di rendere impossibile il passaggio a chi non è gradito.

Ieri abbiamo camminato per 19 chilometri sul sentiero e sulla strada, rompendo i tentativi di interruzione del corteo da parte delle forze di polizia francese, determinati a raggiungere l’obbiettivo di questa marcia. Siamo arrivati a Briançon nel pomeriggio, entrando in città in 300 con cori e slogan contro frontiere, fascisti e controlli polizieschi. Per una volta, nessuno è stato obbligato a nascondersi nella notte e nella neve e a camminare tanti chilometri per essere poi respinto dalla polizia.

Con l’arrivo a Briançon si è conclusa una bella giornata di lotta. Alle sei del pomeriggio siamo arrivati in centro a Briançon e sono iniziati i festeggiamenti. È in questo momento che la polizia ha iniziato la caccia all’uomo: veniamo a sapere che nove manifestanti sono stati fermati a piccoli gruppi, quando ormai si trovavano lontani dal concentramento. Sono stati bloccati sul marciapiede, messi spalle al muro, ammanettati e portati via.

4 persone sono state liberate stamattina. Tutti gli altri sono ancora in stato di fermo.

I gendarmi hanno anche cercato di prendersi un altro compagno, dopo averlo malmenato e sbattuto a terra sull’asfalto.

D’altronde la frontiera è fatta di divise, manganelli e strumenti di selezione. Sta a noi trovare il meccanismo dell’ingranaggio per poi distruggerlo.

Vogliamo la liberazione immediata di tutti i compagni e le compagne arrestate.

La frontiera è solo una linea immaginaria. Se ci organizziamo insieme per combatterla, riusciamo a farla scomparire e ieri l’abbiamo dimostrato.

LIBERTA PER TUTT* I-LE COMPAGN* ARRESTAT*!

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