dal Resto del Carlino: rivolta al CIE, 70 mila euro di danni

Un’altra notte di tensione al Cie “Danni per 70mila euro, nove persone arrestate” http://www.ilrestodelcarlino.it/modena/cronaca/2013/07/18/921753-cie-notte-tensione.shtml

Proteste da parte dei trattenuti che hanno messo a dura prova le forze di polizia. La rabbia del Siulp

Il Cie di Modena (Fiocchi)

Il Cie di Modena (Fiocchi)

Modena, 18 luglio 2013 – Un’altra notte a dir poco tesa al Cie di Modena, teatro di proteste da parte dei trattenuti che hanno messo a dura prova le forze di polizia. A intervenire è ora il sindaco di polizia Siulp, che traccia un bilancio dell’impegnativo intervento che, oltre a diversi arresti, ha comportato anche la mancata copertura delle pattuglie normalmente impiegate in città.

“Ancora una volta – recita il comunicato del Siulp provinciale – la città senza Polizia a causa dell’ennesima rivolta al C.I.E conclusasi con circa 70 mila euro di danni e 9 arrestati. Ancora una volta migliaia di soldi dei contribuenti gettati al vento. Con gli stessi soldi quanto carburante o auto si potevano comprare?
Mentre tutti gli equipaggi delle forze di Polizia venivano impiegati al C.I.E. per sedare la sommossa, un violento furto da 40.000 Euro veniva perpetrato da persone incappucciate ed armate in città, senza che alcuno potesse intervenire per arrestare i delinquenti, con evidenti estremi segnali di pericolo per gli operatori (ricordiamo che erano attive solo 2 Volanti) presenti sul territorio.
Ancora una volta appartenenti alle forze dell’ordine sovraesposti al rischio e cittadini senza difesa da parte dello Stato, a causa di un C.I.E., mal gestito, peggio organizzato ed oramai fatiscente.
Un ente gestore notoriamente inadeguato al compito continua imperturbabile nella conduzione della struttura nonostante le polemiche, le indagini, le contestazioni. Talmente tante che qualsiasi persona di onesta e di buon senso avrebbe già rinunciato, ammettendo il proprio fallimento, prima dell’inevitabile crollo finale e discredito pubblico.

Per ogni carenza di gestione, pagano il pegno gli addetti alle forze di Polizia che devono personalmente esporsi in opera di supplenza rispetto alle inadempienze dell’ente.
Persino nella distribuzione dei pasti e nella gestione delle criticità sociali e dei problemi di convivenza!
Pagano il pegno anche i trattenuti che, già privi della libertà e prossimi al rimpatrio, sopravvivono nell’edificio ai limiti della decenza e della dignità umana, sfogando la loro rabbia sulla struttura, sugli operatori di polizia ma anche sugli operatori sanitari e socio assistenziali ivi impiegati.
Pagano il pegno gli stessi dipendenti del gestore, che non vengono retribuiti, ma che si aggrappano disperatamente ad un posto di lavoro umile ed incerto pur di salvaguardare la loro dignità di lavoratori. Come abbiamo più volte denunciato Modena non ha un presidio di forze di Polizia sufficiente ed adeguato per vigilare sul C.I.E e per espletare i servizi conseguenti.
Se a ciò si aggiunge una gestione quantomeno “improvvisata” e “deficitaria” sotto molti aspetti si capisce benissimo il perché delle rivolte che, con una frequenza e intensità crescente, si manifestano quasi quotidianamente al C.I.E., in maniera oramai insostenibile.
Persino nell’attuale periodo religioso del ramadan ove, notoriamente, molti dei trattenuti di fede islamica sono intenti nelle preghiere e chiedono solamente pasti adeguati al rito religioso, e generalmente si astengono da atti di violenza, la tensione è altissima.
Non si capisce proprio perché, nonostante tutto questo, le autorità Ministeriali ma anche e sopratutto quelle di P.S. locali non prendano provvedimenti, non traggano cioè da questa esperienza, l’unica logica determinazione possibile.
Ovvero la fine di un’avventura, quella del C.I.E. modenese, che in queste devastanti condizioni è destinato inevitabilmente alla chiusura.
Non è accettabile che un’intera città, numerosi presidi di polizia, operatori di Polizia e onesti lavoratori, vengano sacrificati per oscure logiche di carriera di qualcuno o per vergognosa sudditanza nei confronti di lontani poteri Ministeriali.

CHIEDIAMO PUBBLICAMENTE AL PREFETTO E AL QUESTORE, MA ANCHE A CHIUNQUE ABBIA AUTORITÀ E VOCE IN CAPITOLO, DI ADOPERARSI SUBITO PER LA CHIUSURA IMMEDIATA DEL C.I.E.!
Il SIULP, quale sindacato maggiormente rappresentativo a livello locale e nazionale, chiede anche di attivare gli ammortizzatori sociali e quelle procedure sindacali che possano rimediare alle inadempienze contrattuali del gestore rispetto ai propri vessati dipendenti.
Sosteniamo che l’attuale C.I.E. sia oramai una struttura che DEVE essere chiusa subito, e casomai riaperta solamente quando verranno ristabilite umane condizioni di detenzione, stabili condizioni di lavoro ed adeguati dispositivi di vigilanza”.

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