resoconto presidio 1 febbraio

AGGIORNAMENTO DAL PRESIDIO DEL PRIMO FEBBRAIO A MODENA

Ore 14.30 circa, un gruppo di compagni si raduna in piazza Torre, davanti il monumento ai partigiani caduti nella guerra al nazi-fascismo, nel giro di un’ ora circa, il gruppo è di una sesantina di persone e si susseguono diversi interventi: contro i CIE, contro CRI e PD relativamente gestori ed inventori dei lager per immigrati, contro poste italiane che deporta gli immigrati irregolari usamdo la sua compagnia aerea, in solidarietà a Gabriele, Sabbo, Robert ed Andrea indagati dopo l’ultimo presidio sotto l’ex Cie modenese.
Alle 16.30 i compagni in presidio decidono di muoversi dalla piazza dando vita ad un corteo che, per quasi un’ ora,  passeggerà per il centro città gridando slogan e disseminando scritte solidali a chi ha scelto per la propria vita la via della lotta.
Purtroppo la reazione degli sbirri non si è fatta attendere troppo e i gruppi anti-sommossa di polizia e carabinieri impegnati allo stadio vengono dirottati contro i compagni, che decidono ritornare verso piazza Torre per poi sciogliersi.
Purtroppo, ci è stato riportato che un compagno è stato fermato alla stazione ferroviaria e la polizia gli ha notificato il figlio di via dalla città.

SOLIDARIETA’ A CHI SI RIBELLA!
BASTA CIE BASTA ESPULSIONI!
SABBO,GABRI,ANDREA LIBERI! TUTTI LIBERI!

da http://informa-azione.info/aggiornamento_12

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I cie sono lager!

I CIE SONO LAGER

ATTACCARLI E’ GIUSTO

PRESIDIO A MODENA

 

PIAZZA TORRE

SABATO 1 FEBBRAIO 2014

ORE 14.30

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Sabato 01/02/14 PRESIDIO piazza Torre (MO)

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Per Questura e Cie 4 milioni all’anno di affitti

Cgil: «Per Questura e Cie 4 milioni all’anno di affitti»

 

Zavatti: «Si parla tanto di risparmi e tagli, poi il Viminale versa cifre colossali a società romane per lo stabile della polizia e per il centro clandestini»

di Carlo Gregori

 

Si parla tanto di “spending review” e di “tagli” in bilancio, ma nessuno parla degli sprechi a volte enormi che lo Stato continua a sostenere in questi tempi. Due esempi? Li porta Franco Zavatti della Cgil spiegando che la Questura di Modena è in uno stabile affittato da una società immobiliare romana, Beni Stabili spa, e il Viminale, solo per Modena, paga ormai 2,8 milioni di euro all’anno. Poi c’è il Cie, appena chiuso, affittato dal Viminale a quasi un milione e mezzo all’anno. Prezzi di mercato? L’ordine pubblico a Modena versa da anni in una situazione che sfiora l’emergenza: tutti sanno che, ad esempio, la polizia è sotto organico e i sindacati di polizia lo hanno più volte riferito, così come per alcuni periodi si cono stati problemi gravi per la manutenzione e il carburante delle auto di servizio. In questo scenario, Franco Zavatti coordinatore Cgil regionale per la legalità e la sicurezza, sottolinea le incongruità che emergono – decisamente gravi e macroscopiche – proprio mentre il Commissario straordinario del governo per la spending review si accinge a presentare il suo piano di “ristrutturazione”. Per Cgil «la via maestra è quella di cambiare l’inutile per rinforzare i servizi indispensabili, a partire dai settori per la sicurezza dei cittadini, la giustizia, la lotta alla malavita ed il forte contrasto alle evasioni, truffe fiscali e lavoro irregolare». Scrive Zavatti: «Nei giorni scorsi la Ragioneria dello Stato ha denunciato i “debiti dei Ministeri fuori bilancio”, col primato che va al Ministero dell’Interno sotto la significativa voce “canoni, affitti ed utenze” per ben 370 milioni di euro, in barba a trasparenza e risparmio. Il Viminale paga affitti per locazione di immobili di servizio, cioè per dare casa a Questure, Commissariati, Cie, ed altro. Tralasciamo il paradosso che, mentre si pagano affitti da capogiro, il Demanio conserva immobili inutilizzati per un valore di miliardi, sparsi in tutto il Paese, Modena compresa. Ma il punto significativo è che si pagano canoni d’affitto talmente esosi che consentirebbero, in pochi anni, l’acquisto dell’intero immobile, facendo risparmi ed affari per lo stato». Zavatti ripropone il caso esemplare della Questura di Modena: «Dal 2000 la nuova sede occupa un edificio costruito da un’impresa amica in Vaticano e poi di proprietà della rinomata società “Beni Stabili Spa” che l’affitta al Viminale per un canone annuo iniziale con 2.013.000 euro, più Iva, più adeguamento Istat, e giunto oggi a 2.800.000 euro, valido 9+6 anni, cioè fino al 2015» . Come si vede, un budget di affitti che ha superato i 35 milioni e che sarebbero già bastati per l’acquisto della Questura. Si può aggiungere il caso del Cie modenese, ora in chiusura e speriamo sia davvero definitiva. La proprietà dello stabile, “Iro Spa “, lo ha affittato al Ministero all’incredibile canone iniziale di 1.445.440 euro annui, più Iva, più adeguamenti Istat e con contratto quindicennale, che scade a fine 2014. «Anche il Cie, con i costi dell’affitto, si sarebbe comprato già un paio di volte. Tanto più che la struttura servirà in futuro per auspicabili attività alternative al carcere», commenta il sindacalista.

http://gazzettadimodena.gelocal.it/cronaca/2014/01/09/news/cgil-per-questura-e-cie-4-milioni-all-anno-di-affitti-1.8436038

 

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Il ministero chiude il Cie di Modena. Sassuolo scrive ad Alfano per riaprirlo (repubblica online)

Il ministero chiude il Cie di Modena
Sassuolo scrive ad Alfano per riaprirlo

“Uno sbaglio politico e amministrativo che avrà effetti gravissimi sulla sicurezza del territorio”, scrive il vicesindaco della cittadina, Francesco Menani. “I problemi del Cie derivano dal bando assegnato al massimo ribasso. I Cie vanno rilanciati, non smantellati”

 

“Chiudere il Cie di Modena, così come chiudere qualsiasi altro Cie, e soprattutto senza un alternativa, costituisce uno sbaglio politico ed amministrativo che avrà effetti gravissimi sul terreno della sicurezza. Per questo chiediamo la revoca della decisione e l’avvio di un ragionamento sulla gestione di questi centri che ne garantisca il buon funzionamento e non certo ne provochi la chiusura”.

Con queste parole il Vicesindaco ed Assessore alla sicurezza Francesco Menani (Lega Nord) invita il Ministro dell’Interno e Vicepremier Angelino Alfano ed il Prefetto di Modena a rivedere la decisione di chiusura dei Cie, con particolare riferimento al Centro di Indentificazione ed Espulsione di Modena.

“Ritengo che il declino del Cie di Modena sia partito dall’assegnazione della gestione con bando al massimo ribasso, procedura sbagliata per un compito di tale complessità, ad una cooperativa siciliana che si è poi dimostrata inadeguata rispetto all’impegno. Avremmo auspicato però che i nuovi problemi di gestione fossero affrontati e risolti dal precedenti Prefetto e non trascinati fino all’arrivo del nuovo Prefetto a tempi già scaduti.

A meno che l’intenzione del Governo, non sia quella di lasciare i clandestini liberi di circolare liberamente sul nostro territorio, per i Cie sarebbe necessario più che una operazione di smantellamento, quella di un rilancio, con controlli e regole chiare di gestione che garantiscano, insieme al rispetto di diritti di chi ci è entrato, la certezza dell’espulsione per chi non ha il diritto di restare nel nostro Paese e che per questo deve tornare nel Paese dal quale è venuto”

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Chiusura Cie, le reazioni

http://www.trc.tv/mo/news/attualita/2013/12/29/chiusura-cie-le-reazioni/

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Resto del Carlino: Il ministero sopprime il CIE

Il ministero dell’Interno sopprime il Cie

 

 

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Gazzetta di Modena: il CIE chiuso dopo 11 anni

Il governo chiude il Cie dopo undici anni

 

Il ministero dell’Interno annuncia la soppressione del centro di Modena. Cgil: «Ma ora serve un centro di accoglienza»

 

 

di Carlo Gregori

Il Cie è chiuso. Come anticipato dalla “Gazzetta”, il Viminale ha deciso di non riaprire più la struttura per i clandestini n via di espulsione sulla tangenziale Lamarmora. Con una nota ufficiale, ieri mattina la Prefettura ha fatto sapere che il Ministero dell’Interno insieme con il Ministero dell’Economia il 23 dicembre ha disposto la soppressione del centro. Dopo undici anni (uno di costruzione e dieci di attività) resta così inattiva una struttura che, tra mille polemiche e un’inaccessibilità totale alla città e ai giornalisti, ha “trattenuto” un massimo di sessanta “ospiti”, secondo il linguaggio orwelliano adottato dalla burocrazia. È stata una storia con picchi drammatici – si ricordi il pacco bomba indirizzato al presidente della Misericordia Daniele Giovanardi nonché i due incendi alla sede dell’associazione ai tempi della sua gestione – e negli ultimi tempi, con la gestione del consorzio siciliano L’Oasi, costellata di inadempienze gravi, anche sul fronte del pagamento dei dipendenti (una questione ancora aperta) tanto che è incorso un’inchiesta della Procura. Ai primi di agosto il prefetto Michele Di Bari, appena arrivato, si trovò ad affrontare una situazione critica ereditata dal predecessore, mentre le rivolte degli “ospiti” diventavano sempre più frequenti e vandaliche, dopo anni di fughe e incendi. Di qui la decisione di chiudere il Cie con l’annuncio di una imminente ristrutturazione che, pare, non ci sarà più. A rendere più difficile la situazione è stata sicuramente la decisione presa al Governo Monti di tagliare i contributi per la gestione. L’assegnazione vinta da L’Oasi, avallata dall’ex prefetto Basile, prevedeva infatti una diaria per “ospite” di meno della metà di quella precedente. Insomma, il Cie non ce la faceva più. Dice Bruno Fontana del sindacato di polizia Siulp, da sempre in prima fila sul tema Cie: «Con la chiusura, ora si liberano i turni di sorveglianza. Sarebbe importante disporre al meglio i nostri uomini. Anzichè agli uffici burocratici, assegnarli alla Squadra Volate e alla Mobile per metterli sul territorio». La chiusura del Cie infatti libererà almeno dieci agenti della Questura che da agosto sono già stati assegnati ad altri incarichi, secondo quanto disposto dal questore Oreste Capocasa. Anche carabinieri e guardia di finanza non avranno più l’onore della sorveglianza: il Viminale ha già dato disposizione di disdire il contratto di locazione; quello di gestione per la manutenzione con L’Oasi è già stato annullato dal prefetto. Per il resto, per ora non cambierà nulla: gli agenti dovranno scortare i clandestini nei Cie rimasti aperti laddove ci saranno posti disponibili. Un onere uguale al precedente accompagnamento alla frontiera. Resta il dramma dei 25 dipendenti de L’Oasi ora senza lavoro e che attendono ancora il pagamento delle mensilità di luglio e agosto. Oggi rischiano di perdere il sussidio della cassa integrazione di novembre-dicembre, dato che non sono stati presentati i documenti necessari. Spiega Marco Bonacini di Fp Cgil, che per loro si è impegnato per mesi: «Faremo una riunione all’inizio dell’anno perché bisogna trovare una soluzione dignitosa per loro. Speriamo che la provincia possa trovare una via per sistemare la cassa integrazione. Quanto al futuro, auspico che si apra un centro di accoglienza, come ha proposto dal sindaco di Bologna, per dare lavoro ai 25».

http://gazzettadimodena.gelocal.it/cronaca/2013/12/29/news/il-governo-chiude-il-cie-dopo-undici-anni-1.8380600

 

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il CIE di modena non riaprirà

“Il Cie di Modena non riaprirà”
L’annuncio della Prefettura

Il ministero dell’Interno ha sopresso per sempre la struttura, attiva dal 2002

 

Il ministero dell’Interno ha soppresso il Cie di Modena. Lo annuncia la Prefettura della città emiliana. La struttura aveva iniziato la sua attività nel novembre del 2002 con una capienza complessiva massima di sessanta posti ed ha funzionato ininterrottamente per oltre dieci anni, fino a quando, nell’agosto scorso, è stata disposta la temporanea sospensione della sua attività per consentire non rinviabili lavori di ristrutturazione e di adeguamento, necessari anche a seguito dei ripetuti danneggiamenti provocati dai trattenuti. La Prefettura ha avviato le procedure per la disdetta del contratto di locazione dell’immobile e dei contratti di manutenzione per la gestione degli impianti del Centro.

 

http://bologna.repubblica.it/cronaca/2013/12/28/news/il_cie_di_modena_non_riaprir_l_annuncio_della_prefettura-74661760/

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resoconto udienza modena processo andrea gabri sabbo

Il resoconto scritto da uno dei compagni sotto processo a Modena

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Anche lo scorso 20 dicembre la senteza del processo che vede coinvolto Sabbo e Gabri ed Io è stata rinviata.

La nuova data scelta dalla giudice Manuela Cortelloni è il 24 febbraio 2014.
E’ ormai chiaro, che questa giudice si è eretta alfiere dell’ ufficio politico della questura di Modena e con la collaudata prassi del rinvio(questo è il quinto consecutivo) sta facendo in modo che, questa situazione di stallo e le misure cutelari imposteci si possano protrarre a piacimento proprio e della digos.
Oggi, 23 dicembre, è arrivata la risposta alla richiesta, avanzata in udienza dalla difesa, di un mutamento migliorativo delle misure cautelari, per un ennesima volta ci è stata rigettata.

Nei CIE polizia e “assistenti” vari brutalizzano i detenuti con ogni umiliazione possibile, ragazzi si cuciono le labbra pur di avere una prospettiva di libertà, parassiti si diffondono in precarie condizioni sanitarie, si somministrano psico-farmaci per rendere sopportabile la reclusione; tutto questo per far sì che un sistema basato sullo sfruttamento di individui subalterni da parte di pochi privilegiati possa continuare.
La clausola per entrare in Europa è quella di essere servo, infatti solo lavorando si possono avere le carte in regola per poter rimanervi…altrimenti si è criminali e si deve essere espulsi.

Chi lotta contro tutto questo è definito dai giudici un individuo socialmente pericoloso, mentre chi rinchiude e bastona dei poveri, un servitore dello Stato.
Rispedisco al mittente tutte le accuse, i lager di Stato vanno chiusi con ogni mezzo necessario!
L’ azione diretta è l’unica pratica che può adottare chi non ha intenzione di scendere a compromessi con i propri sfruttatori.

BASTA CIE, TUTTI e TUTTE LIBERI

Andrea

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