Misericordia, licenziata la Lombardo

Per Anna Maria Lombardo non c’è più posto alla Misericordia. La decisione, con un provvedimento immediato di licenziamento, è arrivata dal direttivo dell’associazione di volontariato dopo aver esaurito tutti i passaggi legali che hanno portato all’espulsione della ormai ex direttrice.

Gli ammanchi di milioni di euro sono la ragione che rende impossibile la sua permanenza nell’ufficio di via S.Cataldo. Da quando è scoppiato il caso che ha messo in ginocchio volontari e vertici, alle prese con una caterva di pagamenti mai fatti e ignorati da tutti, la Lombardo ha assunto atteggiamenti e dichiarazioni contradditori ma la sostanza è identica. Anche se nelle prime lettere ammetteva di aver nascosto tutto sotto il tappeto per i ritardi nei pagamenti e per il bene della Misericordia, nelle settimane successive si è rimangiata tutto; sempre per iscritto ha puntigliosamente specificato che quelle sue affermazioni erano frutto dello stress subìto.

Questione ben più importante quella della documentazione fiscale e retributiva a fianco della contabilità, ufficialmente portata a casa dalla ex direttrice. Il direttivo ha chiesto per un mese le carte, che spesso sono state promesse, ma alla fine la scelta è stata obbligata. Giugno, luglio e agosto sono serviti a fare il giro delle sette chiese, dall’Ausl al Comune, dall’Inps ai fornitori maggiori per capire quali fossero le fatture non pagate. Un lavoro che si sta concludendo in questi giorni per ricostruire da zero o quasi tre anni di vita fiscale ed economica della Misericordia di Modena, più i quattro precedenti per quello che riguarda le convenzioni per la gestione dei Cie di Bologna e Modena.

Il rompicapo più impegnativo ha riguardato proprio questi ultimi, i centri per immigrati clandestini, che tra un appalto e l’altro venivano affidati per ragioni di urgenza e mancanza di alternative alla Misericordia di Modena. Il risultato? Accordi solo verbali, sulla fiducia. Ma al tempo stesso assunzioni vere per decine di dipendenti che sono stati retribuiti in ritardo e a singhiozzo e con i contributi non versati, come si è scoperto ai primi di giugno.

Il castello di promesse, di “pagheremo in ritardo per lo Stato è cattivo pagatore”, di rateizzazioni con le banche e con gli enti di previdenza è finito una mattina all’inizio di giugno, quando l’ufficiale giudiziario ha consegnato al presidente Giovanardi, come legale rappresentante, il sequestro cautelativo del suo appartamento e del conto corrente. Così ha scoperto di essere sotto inchiesta per il mancato versamento di più di 800 mila euro di contributi.

Il lavoro di sette persone, di avvocati ed esperti contabili che hanno prestato il loro lavoro, è servito alla fine a mettere un punto fermo, che è stato come un chiodo nelle carni. Cifre definitive non vengono ancora scritte. Già a luglio si ipotizzava un deficit non lontano dai tre milioni di euro poi lievitato giorno per giorno. Oggi non ci sarebbe da stupirsi se il conto definitivo fosse vicino ai quattro milioni.

Il lavoro gratuito, i 90 volontari che non hanno mai smesso di garantire i servizi delle tre ambulanze, hanno sinora garantito i servizi di emergenza, come da accordi con Ausl, e di ospitalità per una quindicina donne in difficoltà, con il Comune. Però i contributi delle due convenzioni, circa 32 mila euro al mese, non possono essere pagati perché la Misericordia non ha il Durc, quel documento che garantisce la regolarità dei contributi previdenziali. E al tempo stesso non può averlo sino a che non salderà i debiti pregressi, mentre lo Stato non salda ancora qualche centinaia di migliaia di euro per le gestioni dei Cie. Un circolo vizioso, insomma.

Da una parte debiti da saldare e per cui non ci sono fondi. Dall’altra crediti da incassare che non possono entrare nella disponibilità della Misericordia perchè ci sono i debiti con l’Agenzia delle Entrate e l’Inps.

La questione con la Lombardo, ridotta a una corrispondenza fatta di raccomandate, andrà per le lunghe nelle aule dei tribunali. Nel frattempo l’autofinanziamento degli stessi volontari e qualche contributo sparso permettono di pagare il gasolio delle ambulanze. Ma sino a quando?

Saverio Cioce

dalla gazzetta di modena 12 agosto 2014

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Anna Maria Lombardo

l’ex direttrice SUL BANCO DEGLI IMPUTATI

«Contabilità, faceva tutto la Lombardo: nessuno sapeva»

C’eravamo tanto amati, parte seconda. Il divorzio politico, economico e lavorativo tra Anna Maria Lombardo e Giovanardi è ormai consumato. Lei, che sino a poche settimane fa era candidata in Comune a…

C’eravamo tanto amati, parte seconda. Il divorzio politico, economico e lavorativo tra Anna Maria Lombardo e Giovanardi è ormai consumato. Lei, che sino a poche settimane fa era candidata in Comune a Modena con la lista Ncd dell’altro Giovanardi, ex ministro e senatore, se n’è andata sbattendo la porta. La tensione è tale che anche una volontaria, presente nella fotografia pubblicata ieri dalla Gazzetta in un angolo, durante l’inaugurazione di qualche anno, fa ci tiene a far sapere che non ha nulla a che fare con il deficit. Contestazioni, diffide e carte bollate sono realtà, l’ufficio in cui lavorava l’ex direttrice della Misericordia è stato sigillato. Lei dal canto suo, come ripete Giovanardi a tutti coloro che vengono a chiedere il saldo di arretrati non pagati, si è portata a casa i libri contabili. Lo ha ripetuto anche ieri sera in un’infuocata assemblea con soci, volontari e dipendenti che sono arrivati per capire le ragioni del disastro. «Ma come – hanno chiesto in buona sostanza i presenti – possibile che Anna Lombardo abbia fatto tutto all’insaputa di Giovanardi e del direttivo? Non c’era stata nessuna crepa che faceva presagire il crollo? Un indizio, una voce riferita nei corridoi?». La ricostruzione di Giovanardi, che da mattina a sera, di persona e al telefono, è stato assediato da creditori ed ex dipendenti, è netta. «Aveva in mano le chiavi della cassa – ha ripetuto a tutti sino a notte – Teneva la contabilità e ci assicurava che tutto era a posto. Di fronte ai problemi, ai reclami lei garantiva che con il saldo delle convenzioni si sarebbe messo tutto a posto. E, a quanto ci è stato riferito, diffidava chiunque dal parlare con i membri del direttivo, altrimenti sarebbe saltato tutto. La consegna del silenzio, per un senso malinteso di fiducia o per paura di perdere le spettanze, è stata mantenuta sino all’ultimo». Facile prevedere le querele incrociate. Questione di ore. (s.c.)

 

dalla gazzetta di modena: http://gazzettadimodena.gelocal.it/cronaca/2014/06/21/news/contabilita-faceva-tutto-la-lombardo-nessuno-sapeva-1.9467344

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e sequestrati i beni a Giovanardi

dal Fatto Quotidiano

Confraternita misericordia di Giovanardi verso chiusura. Dipendenti senza stipendio

La denuncia della Cgil contro l’antenna emiliana della Conferenza nazionale delle misericordie, colosso del volontariato italiano. Sono stati sequestrati preventivamente i beni al presidente, fratello del senatore Ncd che respinge ogni accusa: “Tutto provocato da cattiva gestione dell’amministratrice”

Confraternita misericordia di Giovanardi verso chiusura. Dipendenti senza stipendio

Lavoratori lasciati, mese dopo mese, senza stipendio e senza contributi, e decine di servizi sociali e sanitari che potrebbe essere sospesi nel giro di pochi giorni, mettendo in difficoltà l’intera città di Modena. “E’ gravissima”, secondo la Cgil, la situazione della Confraternita della Misericordia, ossia l’antenna emiliana della Conferenza nazionale delle Misericordie, colosso del volontariato da 250 mila iscritti, 60 mila volontari e due sedi, a Roma e a Firenze. L’associazione modenese è sull’orlo della chiusura per via dei guai finanziari e un buco di bilancio da brivido. E a pagarne le conseguenze sono prima di tutto i dipendenti, una decina in tutto, che da primavera non vedono un soldo. Una condizione insostenibile per molte famiglie, denuncia la Funzione pubblica del sindacato, tanto che alcune di loro “non sono più in grado, tra l’altro, di pagarsi l’affitto e sono costrette a privarsi di energia elettrica e il gas”.

A Modena dire Misericordia significa soprattutto dire Giovanardi Daniele. Un nome, anzi un cognome, non da poco perché fratello gemello del più noto senatore Ncd ed ex sottosegretario del governo Berlusconi, Carlo Giovanardi. Della Misericordia Daniele Giovanardi, di professione medico, è presidente, rappresentante e fondatore nel lontano 1996. Le grane, spiega al fattoquotidiano.it, derivano da una cattiva gestione di cui lui era all’oscuro. “Avevamo saputo che si era creata qualche difficoltà anche a causa dei ritardi nei pagamenti dei nostri servizi, ma l’amministratrice ha sempre goduto della nostra fiducia. E’ un po’ come quando affidi dei soldi a tua madre e le chiedi di metterli da parte: quando le domandi se ci sono ancora e lei ti risponde di sì, ti fidi. L’amministratrice ha sempre minimizzato sulle difficoltà economiche della Confraternita, e ci ha assicurato che tutto era a posto. In realtà le cose non erano così e quando non si pagano i contributi si finisce nel penale. Evidentemente per cercare di aggiustare la situazione avrà pensato di rimandare i pagamenti dei contributi che poi non sono stati mai versati”. Quando l’ha scoperto, aggiunge, era troppo tardi. “Ne ho fatto le spese: mi è stato notificato il sequestro in via cautelativa dei miei beni a fronte dei mancati contributi all’Inps”.

Insomma, con un sequestro già ordinato, un deficit di centinaia di migliaia di euro e un sindacato sul piede di guerra per buste paga mai arrivate, tutto fa pensare che la soluzione non sia proprio a portata di mano. E che anzi, il futuro potrebbe riservare altre brutte sorprese, considerando che la Misericordia gestisce parecchi servizi nell’ambito sanitario e sociale. Basti pensare che fino al 2012 l’associazione presieduta da Giovanardi ha avuto in mano la gestione dei due Centri d’identificazione ed espulsione di Modena e di Bologna. Per un intero decennio, infatti, si è aggiudicata il controllo delle due strutture, cruciali per centro Italia, con un contratto che prevedeva dai 70 ai 75 euro al giorno per ospite. Le cose sono cambiate con l’arrivo al Viminale del ministro Annamaria Cancellieri, che ha approvate nuove gare d’appalto al massimo ribasso, con una base d’asta dimezzata e portata a 30 euro. Con il risultato di tagliare fuori dai giochi la Misericordia e spianare la strada al consorzio siciliano Oasi, l’unico a presentare un’offerta adeguata al nuovo budget.

E è stato proprio l’accertamento per presunte anomalie nella gestione del Cie, tra il 2010 e il 2012, avviato sul conto fratello del senatore ed ex direttore del pronto soccorso del Policlinico di Modena, a portare alla ribalta i guai finanziari della Misericordia. L’Agenzia delle Entrate, infatti, ha contestato pochi giorni fa a Giovanardi un mancato pagamento, negli anni in questione, dei contributi ai dipendenti per un totale di circa 300.000 euro, e il suo patrimonio è stato sequestrato in via cautelativa come garanzia nei confronti dello Stato. Mancati pagamenti di cui sarebbe responsabile l’amministratrice, ribadisce Daniele Giovanardi. “Non appena mi hanno congelato i beni ho iniziato a lavorare per ricostruire la situazione, per capire, insomma, come eravamo potuti finire in un guaio simile. Noi abbiamo sempre puntato su una gestione trasparente, per questo ero tranquillo, e non ho scoperto nulla fino a pochi giorni fa”.

Secondo quanto dichiara Giovanardi, l’amministratrice avrebbe sfruttato le proprie deleghe per coprire i buchi in bilancio con altri debiti, forte della fiducia che Comune, Asl e associazioni cittadine nutrivano nei confronti della Confraternita. I lavoratori stessi, spiega Giovanardi, “erano stati indotti a non fare parola dei mancati pagamenti perché lei aveva promesso nuove convenzioni, quindi nuovo lavoro e più risorse con cui rimborsarli”. Quando invece la Misericordia già da tempo navigava in cattive acque. Come spiega il fondatore della Confraternita modenese, la cui casa madre è a Firenze, “dall’esperienza Cie eravamo usciti con le ossa rotte. La prefettura di Bologna, ad esempio, non ci ha mai pagato alcune spese sostenute per la gestione degli ospiti, e io stesso ho messo molti soldi nel progetto e ottenuto una rateizzazione dei debiti con le banche. Ci stavamo rimettendo in piedi, finchè non è arrivata questa batosta”.

Allo stato attuale non si sa se si troveranno i soldi per coprire gli ammanchi. E se il servizio, quindi, che oggi riguarda gran parte della città di Modena, verrà portato avanti. “La situazione è disperata – sottolinea Giovanardi – qui c’è il rischio di non avere il denaro per il gasolio della ambulanze”. Al netto di denunce, verbali e recriminazioni, l’unica speranza per evitare di privare la città di un così sostanzioso servizio sociosanitario ai tempi di cospicui tagli alla Sanità, sono le istituzioni. In serata, infatti, Giovanardi ha convocato un’assemblea con istituzioni, Asl e associazioni legate alla Misericordia, sindacati compresi, ma il passo successivo sarà rivolgersi al Comune e chiedere un aiuto per garantire la copertura dei servizi almeno per il periodo estivo, così da elaborare una strada per risolvere i guai finanziari.

Solo di arretrati ai dipendenti, del resto, calcola Mohcine El Arrag, della Fp Cgil di Modena, “si parla di 50 mila euro”. Per mesi, dai tre ai dieci a seconda del lavoratore, i dipendenti della Misericordia non hanno visto né stipendi, né straordinari, né la tredicesima. Per non parlare di maternità o assegni famigliari. Chi, poi, lavorava al Cie quando ancora era gestito dalla Confraternita aspetta pure il tfr, il trattamento di fine rapporto. “Le difficoltà per i lavoratori sono enormi – sottolinea El Arrag – c’è chi non sa come pagare l’affitto, o si è dovuto privare di servizi essenziali come l’energia elettrica e il gas”. Ma ancor più preoccupante, per la Cgil, è la possibilità che la Misericordia sia costretta a chiudere. “E’ questo ciò che vogliamo scongiurare: la città non può perdere un servizio di tale importanza, oggi che la Sanità è già così in crisi. E i lavoratori non possono essere lasciati a casa in un momento in cui il mercato del lavoro è immobile. Chiediamo alle istituzioni di intervenire, altrimenti, come sindacato, siamo pronti a mettere in atto tutte le azioni possibili, comprese quelle legali, per tutelare i diritti dei lavoratori”.

di Annalisa Dall’Oca e Giulia Zaccariello

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misericordia k.o.

dalla gazzetta di modena:

Misericordia, un deficit milionario

Nell’ultimo triennio mancano all’appello non meno di 600 mila euro che si aggiungono agli 800 mila già consolidati

di Saverio Cioce

Se non fosse una tragedia sarebbe una farsa. Ma l’apocalisse finanziaria che si è abbattuta sulla Misericordia di Modena non permette i sorrisi, neppure quelli di circostanza.

In poche ore presidente e consiglio direttivo sono venuti a conoscenza di un buco finanziario nei bilanci dell’associazione di volontariato che prudentemente viene stimato tra uno e due milioni. I mancati versamenti all’Inps e all’Inail, oltre che ai fornitori, hanno fatto esplodere il deficit. Che si aggiunge all’altro già messo in conto sino a poche settimane fa attorno ai 600-800 mila euro, che era stato rinegoziato con le banche e rateizzato.

«Pensavamo che quello fosse tutto il deficit che avevamo alle spalle – spiega Daniele Giovanardi – Dopo una lunga trattativa avevamo sottoscritto un accordo ragionevole con Bper in cui sono intervenuto mettendoci soldi di tasca mia, per garantire il buon funzionamento della Misericordia di Modena e quel patrimonio di credibilità e affidabilità che è poi il nostro capitale sociale, quello che fa arrivare i 70 volontari che garantiscono i servizi di accompagnamento, l’emergenza con il 118 e tutto il resto. Ed è anche quello che permette di far funzionare una macchina di soccorsi e assistenza sociale imponente. Poi, all’improvviso, mi sono ritrovato prigioniero a vita».

Col suo carattere diplomaticamente brusco, Daniele Giovanardi non si è mai lasciato andare al vittimismo per le questioni personali. Per anni, da responsabile del Pronto Soccorso del Policlinico, ha denunciato insufficienze e sprechi e non si mai tirato indietro anche in caso di polemiche con i dirigenti Ausl. Per questo fa impressione ascoltare il bilancio di un disastro: lucido, senza illusioni. E senza sconti per la direttrice della Misericordia, Anna Maria Lombardo, in quel ruolo per molti anni anche dei Cie di Bologna e Modena, la dirigente che da sempre ha avuto in mano i rapporti con le istituzioni e il monopolio dei conti e dei finanziamenti in entrata e in uscita.

«Per parecchi anni – spiega Giovanardi – abbiamo dovuto fare i conti con i ritardati pagamenti dello Stato per i servizi erogati nei Centri per Stranieri, dove venivano trattenuti i clandestini. Così, anno dopo anno, visto che dipendenti e fornitori dovevano essere pagati regolarmente, noi facevamo i mutui in banca per pagarli, sicuri che alla fine lo Stato avrebbe pagato per i servizi ricevuti nella gestione dei Cie».

E invece?

«I funzionari al vertice della Prefettura di Bologna hanno continuato a garantire solo a voce i pagamenti ma allo stesso tempo ci chiedevano di non interrompere la gestione per far fronte all’emergenza. Al tempo stesso venivano ridotti gli stranieri ospitati nella struttura che passavano da 90 a 60. Alla fine, per effetto delle minori entrate e di pagamenti promessi ma mai arrivati, abbiamo accumulato altro deficit. E poi c’è stata la mazzata».

Il colpo finale è arrivato con una raccomandata dell’Inps, poche settimane fa. Nero su bianco c’erano le cifre dei mancati versamenti dell’ultimo triennio, divisi diligentemente anno per anno. Giusto il tempo di fare un controllo con l’avvocato e Giovanardi scopre che, essendo il legale rappresentante della Misericordia, deve risponderne anche penalmente perché i mancati versamenti oltre i 50 mila euro implicano una denuncia penale. Quanto possa pesare un eventuale saldo non è dato saperlo. Un altro rebus, come l’entità del debito.

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condanne (e solidarietà) ad Andrea, Sabbo e Gabriele

Condanne a Modena

http://www.autistici.org/macerie/?p=30172

Diario

Il 24 febbraio il tribunale di Modena, per mano del giudice Manuela Cortelloni, ha condannato tre compagni accusati di aver danneggiato il Cie di Modena al termine di un presidio di solidarietà con i reclusi il 16 giugno scorso. Le pene vanno dagli 8 mesi a 1 anno senza condizionale. Due imputati si trovano tuttora sottoposti alla misura cautelare dell’obbligo di dimora con restrizioni notturne. Nel frattempo, com’è noto, il Cie di Modena ha chiuso i battenti, grazie ai danneggiamenti provocati dai reclusi.

1 marzo. Ad Alba Adriatica, in provincia di Teramo, alcuni mezzi della Croce Rossa sono stati imbrattati con scritte come «Fuoco ai CIE», «Complici dei lager», «Solidali con Andrea, Sabbo, Gabriele», rovinando la presentazione del calendario 2014 organizzata dal comitato locale.

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Aggiornamento 2 marzo. Revocati gli obblighi di dimora, Sabbo e Andrea dovranno firmare due volte a settimana.

macerie @ Febbraio 27, 2014

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nuova pagina facebook sui CIE

Nuova pagina facebook sui cie, per far girare materiale dentro e fuori.

 

https://www.facebook.com/icieli.bruciano?fref=ts

 

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Consorzio Oasi denunciato per frode (Gazzetta di Modena)

Forniture al Cie: i titolari del Consorzio Oasi denunciati per frode

http://gazzettadimodena.gelocal.it/cronaca/2014/03/04/news/forniture-al-cie-i-titolari-del-consorzio-oasi-denunciati-per-frode-1.8784325

 

Nei guai i due responsabili del consorzio che si occupava delle forniture al Cie di Modena: le denunce scaturite dalle indagini della Guardia di Finanza

 

Nei guai i responsabili del Consorzio Oasi che si occupava delle forniture al Cie. Due le denunce che sono scaturite dall’indagine condotta dalla Guardia di finanza di Modena. Il consorzio siracusano l’OASI, dopo una gara d’appalto ad evidenza pubblica nella quale non erano pervenute offerte appropriate, si era aggiudicato con procedura negoziata la gestione triennale del Centro di Identificazione ed Espulsione (CIE) di Modena. Secondo la ricostruzione della Finanza, l’aggiudicazione era avvenuta offrendo un ribasso del 3% sul prezzo a base d’asta (30 euro giornalieri per ciascun ospite), per un corrispettivo complessivo di oltre 1,9 milioni di euro. Dall’esame della documentazione acquisita, è emerso che il Consorzio aveva presentato certificati di regolarità contributiva (DURC) che non corrispondevano alla propria, reale posizione. Infatti il Consorzio – a causa di una conclamata incapacità economico-finanziaria – aveva accumulato un effettivo debito contributivo verso gli Enti previdenziali pari ad oltre 300.000 euro.

Il Cie poteva contenere fino a un massimo di 60 ospiti; è stato accertato che, nell’esecuzione del contratto di appalto, il Consorzio si era reso responsabile di molteplici inadempienze relativamente agli aspetti contabili e della sicurezza sui luoghi di lavoro. Inoltre lo stesso non aveva provveduto a somministrare servizi secondo le modalità qualitative e quantitative previste dal capitolato d’appalto. Mancavano ad esempio medicinali e adeguate terapie mediche; la fornitura agli ospiti dei prescritti kit di vestiario non era completa e non veniva sostituita nei tempi previsti; il personale presente era inferiore a quello previsto; la fornitura di pasti era di porzioni scarse e/o di scarsa qualità.

Il Consorzio era anche in procinto di aggiudicarsi la gara d’appalto, del valore di 4 milioni e 336.200, indetta nell’anno 2013 dalla Prefettura di Milano per la gestione del CIE di Milano e aveva presentato un’offerta per la gara d’appalto del valore di 11 milioni e 826.000 avviata nello stesso anno dalla Prefettura di Roma per la gestione del relativo CIE. L’Oasi è poi stato escluso. Al termine delle indagini due legali rappresentanti e l’amministratore di fatto del Consorzio L’OASI sono stati denunciati per frode nelle pubbliche forniture, in concorso. La competente Procura della Repubblica di Modena ha già provveduto a richiedere formalmente il rinvio a giudizio dei soggetti ritenuti responsabili della frode.

La Prefettura di Modena ha già rescisso il contratto di appalto con il Consorzio L’OASI e, successivamente il Ministero degli Interni, di concerto con il Ministero dell’Economia, ha decretato la chiusura definitiva del CIE di Modena, a decorrere dallo scorso mese di dicembre 2013.

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Consorzio Oasi denunciato per frode (da Modena Today)

Cie Modena, frode nelle pubbliche forniture: tre denunce

http://www.modenatoday.it/cronaca/frode-cie-modena-consorzio-oasi.html

Secondo le indagini svolte dalla Guardia di Finanza, il consorzio l’Oasi si sarebbe reso responsabile di molteplici inadempienze: dagli aspetti contabili e della sicurezza sui luoghi di lavoro, fino ai servizi previsti dal capitolato d’appalto

Frode nelle pubbliche forniture in concorso. Con tale accusa, la Guardia di Finanza di Modena ha denunciato i due legali rappresentanti e l’amministratore di fatto del Consorzio “L’Oasi” in riferimento alla gestione del Cie di via Alessandro Lamarmora. Su delega del Pm Marco Niccolini, le Fiamme Gialle hanno eseguito indagini nei confronti del consorzio siracusano che, dopo una gara d’appalto a evidenza pubblica nella quale non erano giunte offerte appropriate, si era aggiudicato con procedura negoziata la gestione triennale del centro. L’aggiudicazione era avvenuta offrendo un ribasso del 3% sul prezzo a base d’asta (pari a 30 euro giornalieri per ciascun ospite), per un corrispettivo complessivo di oltre 1,9 milioni di euro. Dall’esame della documentazione acquisita nell’ambito delle operazioni di polizia giudiziaria, è emerso che il Consorzio aveva presentato dei certificati di regolarità contributiva (i cosiddetti Durc) che non corrispondevano alla propria reale posizione. Infatti, il predetto Consorzio, a causa di una conclamata incapacità economico-finanziaria, aveva accumulato un effettivo debito contributivo verso gli Enti previdenziali pari ad oltre 300mila euro.

INADEMPIENZE – Con riferimento alla gestione del Cie di Modena (che poteva contenere fino ad un massimo di n. 60 ospiti), è stato accertato che, nell’esecuzione del contratto di appalto, il Consorzio si era reso responsabile di molteplici inadempienze relativamente agli aspetti contabili e della sicurezza sui luoghi di lavoro. Inoltre lo stesso non aveva provveduto a somministrare servizi secondo le modalità qualitative e quantitative previste dal capitolato d’appalto. Mancanza di medicinali e di adeguate terapie mediche, forniture incomplete di kit di vestiario per gli ospiti, personale presente inferiore a quello previsto, pasti scarsi o di scarsa qualità: queste sono solo alcune delle mancanze accertate dai militari del comando di viale Piersanti Mattarella. Tali inadempienze sarebbero state di gravità tale da originare frequenti situazioni di tensione sia tra gli ospiti del Cie, (che, nel corso del 2013, hanno messo in atto rivolte e disordini causando gravi danni) che tra i dipendenti del Consorzio, che hanno messo in atto contestazioni sindacali

APPALTI – Non solo: il consorzio “L’Oasi” sarebbe stato anche in procinto di aggiudicarsi la gara d’appalto, del valore di 4.336.200 euro, indetta nel 2013 dalla Prefettura di Milano per la gestione del Cie di via Corelli e aveva presentato un’offerta per la gara d’appalto del valore di 11.826.000 di euro avviata nello stesso anno dalla Prefettura di Roma per la gestione del Cie di Ponte-Galeria. Le rispettive Stazioni Appaltanti, sulla base della elementi acquisiti con le indagini svolte dal Nucleo Polizia Tributaria di Modena, hanno provveduto ad escludere il consorzio dalla procedura di assegnazione per mancanza dei requisiti previsti a norma di legge nel codice dei contratti pubblici.

DENUNCE – Al termine delle indagini, sono stati deferito all’Autorità Giudiziaria i due legali rappresentanti e l’amministratore di fatto del Consorzio come responsabili del reato di frode nelle pubbliche forniture, in concorso. La Procura della Repubblica di Modena ha già provveduto a richiedere formalmente il rinvio a giudizio dei soggetti ritenuti responsabili della frode. La Prefettura di Modena aveva già rescisso il contratto di appalto con il Consorzio e, successivamente il Ministero degli Interni, di concerto con il Ministero dell’Economia aveva decretato la chiusura definitiva del Cie di Modena a decorrere da dicembre 2013.

 

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Emessa la sentenza contro Andrea, Sabbo e Gabriele

Il 24 febbraio la giudice Manuela Cortelloni, dopo un lungo dibattimento degli avvocati difensori, ha emesso sentenza contro Andrea, Sabbo e Gabriele accusati di aver danneggiato il CIE modenese dopo un presunto blitz  in stile paramilitare.

Le pene sono di 1 anno per Andrea e Sabbo (senza la condizionale) e di 8 mesi per Gabriele (che ora è completamente libero).

Per Andrea e Sabbo persiste la misura cautelare dell’ obbligo di dimora con restrizioni notturne.

Se ci saranno novità seguiranno aggiornamenti.

NO CIE! BASTA LAGER!

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presentazione “C.I.E. E COMPLICITÀ DELLE ORGANIZZAZIONI UMANITARIE”

SABATO 1 MARZO DALLE ORE 18.00
PRESENTAZIONE DEL LIBRO "C.I.E. E COMPLICITÀ DELLE ORGANIZZAZIONI UMANITARIE",
IN COMPAGNIA DELL' AUTORE DAVIDE CADEDDU E DISCUSSIONE SULL' ATTUALE SITUAZIONE
DEI CENTRI DI IDENTIFICAZIONE ED ESPULSIONE IN ITALIA.

"IN ITALIA, NEI CENTRI DI IDENTIFICAZIONE ED ESPULSIONE SONO RECLUSE OGGI
CENTINAIA DI PERSONE, CHE HANNO LA SOLA COLPA DI ESSERE MIGRANTI.
MILIARDI DI EURO VENGONO SPESI PER TRATTENERE QUESTE PERSONE E POI
ESPELLERLE, VERSO I PAESI DAI QUALI ERANO FATICOSAMENTE E ONEROSAMENTE
PARTITE. MOLTI DI QUESTI SOLDI PUBBLICI FINISCONO NELLE TASCHE DELLE
ORGANIZZAZIONI “UMANITARIE” CHE HANNO ACCETTATO DI GESTIRE I CIE,
BEN SAPENDO CHE I DISPOSITIVI FONDAMENTALI SUI QUALI QUESTI NON-LUOGHI
SONO COSTRUITI SONO GLI STESSI CHE HANNO CARATTERIZZATO I CAMPI DI
INTERNAMENTO STORICI, COMPRESI I LAGER NAZISTI. LE FREQUENTI
MANIFESTAZIONI DI DISAGIO DEI RECLUSI NEI CENTRI NON LASCIANO DUBBIO
ALCUNO SULLE CONDIZIONI DI VITA AL LORO INTERNO.

E, D’ALTRA PARTE, CHIUDERE IN GABBIA DELLE PERSONE CHE SI SPOSTANO NEL
MONDO NON SEMBRA IN OGNI CASO UNA RISPOSTA ACCETTABILE."

AL LABORATORIO LIBERTARIO LIGÈRA,  VIA DELLA POMPOSA 8 MODENA
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