Cie, rivolta da 70mila euro; Tegole contro gli agenti – http://gazzettadimodena.gelocal.it/cronaca/2013/07/19/news/cie-rivolta-da-70mila-euro-tegole-contro-gli-agenti-1.7445337
Tunisini scatenati dalla mezzanotte sino alle 4 del mattino. In tredici sul tetto Nove ospiti arrestati. Il Siulp: «Ora basta, il prefetto deve chiudere la struttura»
La brace era rimasta coperta nel pomeriggio, quando erano stati bruciati i materassi e due blocchi erano stati devastarti dalla quarantina di ospiti tunisini del Cie. Il fuoco, quello con le fiamme della rivolta collettiva, è divampato poi in tuta la sua potenza verso la mezzanotte ed e proseguito sino alle 4 del mattino. Danni per 70mila euro, come riferisce il Siulp, e nove le persone arrestate. Ecco i protagonisti della nottata al Cie, Centro identificazione ed espulsione in via La Marmora: una dozzina di tunisini sui tetti che tiravano le tegole contro gli agenti giù nel cortile, il cordone delle forze del’ordine, nell’ordine polizia, guardia di finanza, carabinieri, polizia municipale (nel retro per controllare che qualcuno “cadesse” dal muro e cercasse di scappare, i soldati dell’esercito, con una bella e potente camionetta, i vigili del fuoco che, come “bengala” umani, erano sulle autoscale per osservare e scorgere, dall’alto, se qualche altro manifestante fosse rimasto ai piani alti e si fosse strategicamente nascosto. Una settantina di divise, forze dell’ordine in turno e poi la marea di rinforzi sottratti ad altri impegni, trasferiti d’urgenza dalle note di piazza Roma a quelle delle tegole rotolanti del Cie. E non solo, polizia bloccata all’interno mentre, in linea ad’aria, proprio “dietro” al Cie si stava consumando un furto da circa 40mila euro.
Dunque la prima rivolta, come abbiamo raccontato ieri, era scattata al pomeriggio per protestare contro la scarsità di igiene negli ambienti. nel mirino i materassi, che sono stati bruciati nel cortile interno. Gravemente danneggiati due blocchi dei Cie: mobili e suppellettili fracassati, plexiglas spaccati.
Nel pomeriggio stesso vengono ordinati altri materassi e le prime consegne arrivano verso sera, poi arrivano i restanti. Ma, forse per motivi di magazzino o di consegna, non ci sono tutti quelli ordinati. È probabile questa la scintilla che fa riscoppiare la rivolta. Gli ospiti sono 38, in 13 vanno sul tetto e iniziano a scagliare le tegole. Come fanno a salire? Grazie ai buchi che fanno nei plexiglas, gli spazi diventano gradini. Il sindacato Siulp interviene duramente e chiede ufficialmente al prefetto e al questore la chiusura del Cie di Modena, «mal gestito, peggio organizzato ed oramai fatiscente».
Un 21enne tossicodipendente, in terapia antipsicotica, pericoloso per se stesso e per gli altri; oppure il caso di un 29enne che non parla con nessuno, che rifiuta il contatto con medici e mediatori, con una forte depressione che lo isola da tutto e da tutti. Due casi limiti quelli che racconta Desi Bruno, Garante regionale dei detenuti. Bruno è tornata oggi al Cie di Modena, dove ieri sono entrati i finanzieri per acquisire documenti e registri de L’Oasi, il Consorzio subentrato a La Misericordia nella gestione della struttura di via La Marmora, al centro di infinite polemiche fin da subito per gli stipendi non pagati agli operatori. Un problema, quello del budget, che torna anche nelle osservazioni di Desi Bruno che si è detta “impressionata dalla presenza di un disagio psichico così grave” tra alcuni dei trattenuti. Condizioni di vita così dure che derivano anche dalla mancanza di fondi, segnala Bruno. I dipendenti del Cie avevano annunciato uno sciopero a partire dallo scorso martedì, ma dopo le garanzie delle Prefettura che si è impegnata a pagare gli stipendi e per venire incontro alle esigenze legate al periodo del Ramadam, la protesta è stata sospesa. L’Oasi – che dopo la revoca dell’incarico per il Cie di Bologna ha vinto il bando per quello di Milano – scarica le colpe sul Ministero e il ritardo con cui eroga i fondi. Intanto a Modena l’inchiesta sul Consorzio va avanti.
