Cie, stracciata la convenzione con l’Oasi- Resto del Carlino

Cie, stracciata la convenzione con l’Oasi

 

 

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Comunicato di Andrea, Sabbo e Gabri

 

Il 16 giugno scorso ci hanno fermato a bordo di un auto di proprietà di uno di noi in viale Ciro Menotti, in Modena. Ci hanno perquisiti sul momento, rinvenendo che nei nostri zaini erano presenti abiti scuri e nell’auto erano sistemati due paia di guanti, un coltello serramanico e uno da cucina.

Portati in questura, hanno formulato a nostro carico l’accusa di “tentato incendio”, dopo un presidio di solidarietà ai ragazzi detenuti al CIE, definito dagli inquirenti come un atto militare portato avanti su più fronti della struttura da una ventina di incappucciati vestiti di nero. Tra questi il Capo ( tale perché vestito di un diverso colore dagli altri) avrebbe sparato con una pistola lanciarazzi una decina di colpi in direzione dei militari, i quali, per “evitare il peggio”, si sarebbero dovuti riparare dietro una jeep. Uno di questi colpi avrebbe incendiato la siepe posta a barriera visiva della struttura; spento dai pompieri pochi minuti dopo, questo fuoco avrebbe danneggiato l’impianto d’ illuminazione esterna della struttura .

In luglio il tribunale del riesame ha modificato il quadro accusatorio indagandoci per “danneggiamento pluri-aggravato in concorso” con ignoti. Le aggravanti contestate sono due: il fatto che la struttura sia pubblica, e la violenza sulle persone. Dal 16 giugno ad oggi il processo è stato rinviato due volte e a nulla sono servite le nostre numerose  richieste di revoca dell’obbligo dimora con restrizioni notturne imposteci dal giudice Manuela Cortelloni.

Questo è il quadro processuale costruito dalla questura e supportato dal magistrato.

Ve ne abbiamo voluto fare la descrizione per farvi capire come gli sbirri possono trasformare un presidio di solidarietà in quello che gli serve per reprimere i percorsi conflittuali e di supporto/solidarietà reale. In questo modo gli unici percorsi legittimati “contro” i Centri di identificazione ed Espulsione sono quelli di indignazione contro la violenza poliziesca su immigrati inermi, petizioni al presidente della Camera, o di richiesta di una qualche riforma più “giusta” ; allo scopo di evitare che una critica ai CIE possa essere un’ avversione al sistema che li ha generati e riempiti.

Ora i CIE di Modena, Bologna, Crotone, Brindisi, Catanzaro,Trapani sono chiusi grazie alle continue rivolte dei migranti detenuti, che colpo su colpo hanno reso inagibili le strutture.

Crediamo che chi combatte da anni contro questi campi di concentramento non possa attribuirsi il merito di aver chiuso alcuni CIE, sicuramente possiamo attribuirci il merito da aver dato forza e speranza ai detenuti, di aver cercato di rompere l’isolamento tra chi è dentro e chi fuori, facendo uscire le loro storie, o di far entrare il nostro supporto,  di aver messo il bastone tra le ruote a quella gentaglia che sulla pelle dei rinchiusi ha cercato di far soldi e potere: Misericordie, Croce rossa italiana, Cooperative sociali, Polizia, Esercito …Di non essere stati a guardare.

Dopo le migliaia di persone morte sprofondate nel Mediterraneo, spiaggiate sulle coste siciliane o impigliate nelle tonnare, lo Stato sta facendo vedere il suo volto più ipocrita e pericoloso, da un lato sta cercando di recuperare consensi attraverso la propaganda più becera: funerali di stato, dirette TV, pietà mass-mediatica…dall’altro rinforza Frontex (la polizia di frontiera europea), ristruttura e sorveglia i CIE chiusi, continua con le espulsioni coatte, usa droni e cacciatorpedinieri per intercettare i barconi in arrivo, costruisce enormi radar per sorvegliare dettagliatamente la costa sud europea (MUOS).

Queste sono evidenze che ci portano a pensare che la lotta contro lager, espulsioni e il mondo che usa questi mezzi per arricchirsi e dominare, sia ancora lunga e di conseguenza gli vada attribuita sempre rinnovata energia d’attacco, per continuare a colpire i nemici della libertà e della giustizia dove sono più scoperti, ovvero dove le contraddizioni da loro stessi esasperate possano diventare focolai di rivolta individuale e non.

Così, pensiamo che la solidarietà  (abbondantemente ricevuta e apprezzata in questi mesi di restrizioni cautelari), oltre ad avere una forte valenza umana, essendo gli anarchici scudo di loro stessi, sia una delle vie migliori per ridare forza ai percorsi conflittuali, sempre con occhio costruttivamente critico sui percorsi passati, per trovare metodi sempre più incisivi.

Andrea, Gabriele, Sabbo

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PRESIDIO SOLIDALE DOMENICA 24 NOVEMBRE

DOMENICA 24 NOVEMBRE

ORE 16.00

PIAZZA MURATORI (VIA EMILIA CENTRO)

MODENA

PRESIDIO DI SOLIDARIETA’ CON SABBO, GABRI E ANDRE

MAI PIU’ CIE! TUTTI LIBERI!

 

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domenica 24 ottobre presidio di solidarietà

Domenica 24 novembre

ore 13.00 abbuffo benefit
al Ligera (piazza pomposa 8)

a seguire
presidio in solidarietà a Sabbo, Gabri e Andrea

ancora sottoposti all'obbligo di dimora
e al rientro notturno
in attesa del processo che si terrà lunedì 2 dicembre



contro l'indifferenza e i rimpianti ipocriti

NO ALLA RIAPERTURA DEL CIE

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Domenica 13 ottobre Solidarietà con Sabbo, Gabri e Andrea!

dopo l’ennesimo rifiuto da parte della giudice di rivedere le misure restrittive di Andrea, Sabbo e Gabriele, sottoposti all’obbligo di dimora dal 16 giugno scorso..

Domenica 13 ottobre

ore 13.00 – pranzo benefit – al Ligera, piazza pomposa 8, modena

a seguire- volantinaggio

IL CIE DI MODENA E’ CHIUSO IN SEGUITO ALLA LOTTA DEI RECLUSI

MA LA LOTTA NON SI FERMERA’ FINO A QUANDO DI TUTTI QUESTI CENTRI NON RESTERANNO CHE MACERIE! TUTTI E TUTTE LIBERI!

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Andrea, Sabbo e Gabriele ancora sottoposti a misure restrittive

Sono ormai passati quattro mesi dall’arresto di Andrea, Gabriele e Sabbo

https://nociemodena.noblogs.org/post/2013/07/04/246/

Ieri il tribunale ha respinto per l’ennesima volta la richiesta degli avvocati di togliere le misure inflitte ai compagni in attesa del processo. Fino al  2 dicembre rimangono tutti e tre sottoposti all’obbligo di dimora nel comune di residenza e al rientro notturno al domicilio da mezzanotte alle sette.

Lo Stato mostra ancora una volta il suo volto più ipocrita e cinico; dopo la proclamazione del “lutto nazionale” per i morti di Lampedusa e i due o tre giorni di canea mediatica segue la decisione della Commissione Europea di istituire una task-force internazionale e a stanziare maggiori fondi all’agenzia Frontex (“Frontex promotes, coordinates and develops European border management”)

Il messaggio è chiaro: guerra sul fronte esterno, pattugliamento delle frontiere, e repressione a livello interno.

 

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No cie

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NO CIE

cartina italia

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Iniziative Solidali a Modena: no cie! tutti liberi!

ANDRE, GABRI, SABBO LIBERI!

20 LUGLIO ORE 18.30 PRESIDIO DI SOLIDARIETA’ IN PIAZZA POMPOSA (MODENA)

vol20

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dal Resto del Carlino: rivolta al CIE, 70 mila euro di danni

Un’altra notte di tensione al Cie “Danni per 70mila euro, nove persone arrestate” http://www.ilrestodelcarlino.it/modena/cronaca/2013/07/18/921753-cie-notte-tensione.shtml

Proteste da parte dei trattenuti che hanno messo a dura prova le forze di polizia. La rabbia del Siulp

Il Cie di Modena (Fiocchi)

Il Cie di Modena (Fiocchi)

Modena, 18 luglio 2013 – Un’altra notte a dir poco tesa al Cie di Modena, teatro di proteste da parte dei trattenuti che hanno messo a dura prova le forze di polizia. A intervenire è ora il sindaco di polizia Siulp, che traccia un bilancio dell’impegnativo intervento che, oltre a diversi arresti, ha comportato anche la mancata copertura delle pattuglie normalmente impiegate in città.

“Ancora una volta – recita il comunicato del Siulp provinciale – la città senza Polizia a causa dell’ennesima rivolta al C.I.E conclusasi con circa 70 mila euro di danni e 9 arrestati. Ancora una volta migliaia di soldi dei contribuenti gettati al vento. Con gli stessi soldi quanto carburante o auto si potevano comprare?
Mentre tutti gli equipaggi delle forze di Polizia venivano impiegati al C.I.E. per sedare la sommossa, un violento furto da 40.000 Euro veniva perpetrato da persone incappucciate ed armate in città, senza che alcuno potesse intervenire per arrestare i delinquenti, con evidenti estremi segnali di pericolo per gli operatori (ricordiamo che erano attive solo 2 Volanti) presenti sul territorio.
Ancora una volta appartenenti alle forze dell’ordine sovraesposti al rischio e cittadini senza difesa da parte dello Stato, a causa di un C.I.E., mal gestito, peggio organizzato ed oramai fatiscente.
Un ente gestore notoriamente inadeguato al compito continua imperturbabile nella conduzione della struttura nonostante le polemiche, le indagini, le contestazioni. Talmente tante che qualsiasi persona di onesta e di buon senso avrebbe già rinunciato, ammettendo il proprio fallimento, prima dell’inevitabile crollo finale e discredito pubblico.

Per ogni carenza di gestione, pagano il pegno gli addetti alle forze di Polizia che devono personalmente esporsi in opera di supplenza rispetto alle inadempienze dell’ente.
Persino nella distribuzione dei pasti e nella gestione delle criticità sociali e dei problemi di convivenza!
Pagano il pegno anche i trattenuti che, già privi della libertà e prossimi al rimpatrio, sopravvivono nell’edificio ai limiti della decenza e della dignità umana, sfogando la loro rabbia sulla struttura, sugli operatori di polizia ma anche sugli operatori sanitari e socio assistenziali ivi impiegati.
Pagano il pegno gli stessi dipendenti del gestore, che non vengono retribuiti, ma che si aggrappano disperatamente ad un posto di lavoro umile ed incerto pur di salvaguardare la loro dignità di lavoratori. Come abbiamo più volte denunciato Modena non ha un presidio di forze di Polizia sufficiente ed adeguato per vigilare sul C.I.E e per espletare i servizi conseguenti.
Se a ciò si aggiunge una gestione quantomeno “improvvisata” e “deficitaria” sotto molti aspetti si capisce benissimo il perché delle rivolte che, con una frequenza e intensità crescente, si manifestano quasi quotidianamente al C.I.E., in maniera oramai insostenibile.
Persino nell’attuale periodo religioso del ramadan ove, notoriamente, molti dei trattenuti di fede islamica sono intenti nelle preghiere e chiedono solamente pasti adeguati al rito religioso, e generalmente si astengono da atti di violenza, la tensione è altissima.
Non si capisce proprio perché, nonostante tutto questo, le autorità Ministeriali ma anche e sopratutto quelle di P.S. locali non prendano provvedimenti, non traggano cioè da questa esperienza, l’unica logica determinazione possibile.
Ovvero la fine di un’avventura, quella del C.I.E. modenese, che in queste devastanti condizioni è destinato inevitabilmente alla chiusura.
Non è accettabile che un’intera città, numerosi presidi di polizia, operatori di Polizia e onesti lavoratori, vengano sacrificati per oscure logiche di carriera di qualcuno o per vergognosa sudditanza nei confronti di lontani poteri Ministeriali.

CHIEDIAMO PUBBLICAMENTE AL PREFETTO E AL QUESTORE, MA ANCHE A CHIUNQUE ABBIA AUTORITÀ E VOCE IN CAPITOLO, DI ADOPERARSI SUBITO PER LA CHIUSURA IMMEDIATA DEL C.I.E.!
Il SIULP, quale sindacato maggiormente rappresentativo a livello locale e nazionale, chiede anche di attivare gli ammortizzatori sociali e quelle procedure sindacali che possano rimediare alle inadempienze contrattuali del gestore rispetto ai propri vessati dipendenti.
Sosteniamo che l’attuale C.I.E. sia oramai una struttura che DEVE essere chiusa subito, e casomai riaperta solamente quando verranno ristabilite umane condizioni di detenzione, stabili condizioni di lavoro ed adeguati dispositivi di vigilanza”.

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